Pittore⤵︎   Biografia

1977, Molfetta, photo © Nicola Gaudio
1987, Molfetta, photo © Cosmo Laera
1998, Roma, photo © Piero De Grossi
2005, Roma, photo © Mena Stelitano
2013, Milano, photo © Matteo Girola
2014, Milano, photo © Cosmo Laera

Ignazio Gadaleta, nato a Molfetta (BA) nel 1958, dagli anni Ottanta è un protagonista della pittura aniconica in Italia, mentre dal 2002 evolve decisamente la sua operatività nell’estensione della dimensione ambientale. Egli ricerca, attraverso la radicalità pigmentaria del linguaggio della pittura, possibili superamenti e sconfinamenti disciplinari nella pura virtualità dell’evento luce.

Studia a Bari, prima al Liceo Artistico Statale (1972-1976) e poi all’Accademia di Belle Arti dove consegue il Diploma del Corso di Pittura nel 1980. Negli anni della prima formazione elabora una pittura lirica che considera i valori storici della pittura italiana ed è attenta alla linea della tradizione pugliese. Mentre frequenta il primo anno dell’Accademia di Belle Arti di Bari, nel 1977, espone in mostra personale alla Galleria La Medusa di Molfetta ed a Palazzo Ducale di Sabbioneta (MN) dove una giuria internazionale presieduta da Graham Sutherland gli assegna il Premio Lubiam. Al termine degli studi all’Accademia, sviluppa il suo linguaggio espressivo in clima post-concettuale, caratterizzando in senso analitico la sua operatività. In soluzioni di allestimento ambientale pratica la fuoriuscita dal quadro mentre, con fare narrativo, evidenzia la temporalità assoluta del quotidiano del pittore, la sua immersione nella pittura, il fascino delle materie coloranti e degli strumenti (tele, pennelli, tavolozze, cavalletti). Nel 1980, Mimmo Conenna lo invita alla mostra Laboratorio Puglia nell’ambito degli Incontri di Martina Franca curati da Enrico Crispolti e organizzati dallo Studio Carrieri. Gadaleta vi partecipa con un grande dipinto Mimesis (nove tele non intelaiate accostate, ognuna di cm 150×100) e viene subito notato da Crispolti che da allora svilupperà frequente confronto dialettico con l’artista e particolare attenzione critica verso la sua opera. Subito dopo, nel 1981 a Bari, vengono la personale alla Cooperativa Esperienze Culturali e la partecipazione alla mostra speciale di Expo Arte denominata Spazio Giovani. Nel 1983 con il ciclo Blu oltre il mare, nella personale alla Pinacoteca Comunale di Macerata, evoca fenomenologie naturali in dimensione di memoria, anche qui ricorrendo ala citazione oggettuale nell’uso delle conchiglie.

Dalla metà degli anni Ottanta con il ciclo Sguardintensione struttura complessi tessuti cromatici, dal carattere astratto-geometrico, alla ricerca di possibilità di sollecitazione poetica totale della pittura. I suoi dipinti assumono intanto spessore fisico reticolare e si attivano percettivamente sotto il gioco della luce. Esiti che espone nel 1986 in Una triangolazione attuale ad Arezzo e alla XI Quadriennale di Roma, vincendo nello stesso anno il Premio Michetti a Francavilla al Mare (CH).

Sucessivamente comincia a strutturare fisicamente il quadro in più parti tra loro componibili, secondo un progetto spaziale geometrico che chiama sempre più spesso in campo il bianco del muro, definendosi in termini di rinnovata oggettualità. Di questi anni sono le mostre Roma Arte Oggi al Break Club di Roma (1988), Biennale del Sud all’Accademia di Belle Arti di Napoli (1988) e Radici del Sud, dal Sud. Premio Michetti con una sala personale. Dal 1990, anno in cui si trasferisce a Roma, con il ciclo Irradiazioni, la sua pittura progredisce offrendosi in pura emissione di colore-luce, percepibile come simbolica proiezione dello spirito, una «pittura come evento e come luogo di pensiero», come sostiene Luciano Caramel per l’antologica alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Arezzo voluta da Crispolti. Gillo Dorfles ed Enrico Crispolti lo segnalano alla rivista “Arte” «artista italiano dell’anno» 1990, mentre nel 1991 sarà segnalato ancora da Crispolti e nel 1993 anche da Luciano Caramel.

Per volere di Piero Dorazio espone in Colore-Struttura. Una linea Italiana 1945/1990 a Prato e Todi (1990). Poi presente in A Sud dell’Arte, a cura di achille Bonito Oliva, a Bari (1991).

Con il ciclo Virtuali, attraverso la sua particolare tecnica materica e l’ambiguità percettiva della forma dei supporti, trasforma il rapporto tra reale e possibile proponendo coinvolgimenti interattivi in chi guarda e ricercando possibilità spaziali nella pura virtualità dell’evento luce. L’opera genera movimenti geometrico-luminosi evolventi in cui si ribalta il rapporto tradizionale che la piramide albertiana stabiliva fra spazio reale e virtualità luminosa. Gli esiti di tali ricerche sono esposti in mostre come !Que bien resistes! ad Arezzo (1994), Consistenza della Pittura. Premio Michetti a Francavilla al Mare (1996), Libero Blu a Milano nella Galleria Blu (1997), Arte Italiana. Ultimi quarant’anni. Pittura Aniconica nella Galleria d’Arte Moderna di Bologna e Arte Contemporanea. Lavori in corso 5 nella Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, oggi MACRO (1998).

Fra le diverse opere pubbliche, di particolare rilievo è Virtuali – Lux Siciliae – 2000-2001, un’opera ambientale comprendente due dipinti di grandi dimensioni per la Nuova Pretura di Palermo, che il pittore realizza in seguito alla vincita del concorso internazionale indetto dal Comune.

Nel 2002, avviene la decisiva svolta ambientale con l’opera Terra (e cielo) di Siena. Le pennellate puntiformi di un immaginario dipinto analitico di matrice divisionista si dilatano in forme-pittura come dischi dislocati a pavimento e dialoganti con il chiostrino della Certosa di Pontignano (SI) in occasione della mostra cARThusia 2002. Territori. Nello stesso anno gli viene conferito il V Premio Scipione e per l’occasione la Fondazione Cassa di Risparmio della provincia di Macerata, con la cura di Enrico Crispolti, allestisce una sua mostra personale in Palazzo Galeotti, acquistando l’opera Virtuali (da e per la Ionica) del 1998 per la raccolta d’arte del Novecento conservata in Palazzo Ricci a Macerata. Sempre nel 2002, Crispolti lo invita alla mostra Il secondo Novecento in Italia. Riferimenti forti in Palazzo D’Avalos a Vasto. Queste opere si negano nella centrale frontalità e nella visione unitaria per darsi nell’attiva parzialità d’incidenza di dinamiche lateralità di curve pluriversali risultanti da ribaltamenti multipli di misure rilevate nell’ambiente di riferimento.

Dal 2003, con l’opera Oltre blu oltre (di segni celesti) nella personale alla Galleria Miralli in Palazzo Chigi a Viterbo, costruisce le sue opere ambientali articolando sulle pareti una strutturata disseminazione di punti-pittura di consistenza plastica (sferica o emisferica) che disegnano immagini che si definiscono nell’autonomia di ogni riguardante. Così ognuno, esercitando l’interattività insorgente, può collegare visivamente i vari elementi, persino descrivendo linee virtuali diverse da quelle che hanno determinato la costruzione dell’opera.

Nel 2004 con Anime naviganti amplifica ed estende ulteriormente il respiro ambientale del suo operare anche con l’uso di sostanze coloranti fluorescenti e l’alternanza di condizioni di luce artificiale e buio. Attiva così esperienze sensibili che vivono la loro durata oltre la stretta corrispondenza con l’evento visivo, estendendole nei ritmi delle dimensioni memoriali, anche mediante un particolare accorgimento che provoca uno straniamento percettivo, alternando le condizioni della visione fra colore illuminato e colore illuminante.

Del 2005, anno in cui si trasferisce definitivamente a Milano, mentre già dal 2003 è docente titolare di cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera, sono esemplari gli ambienti realizzati per la personale alla Naviglio Modern Art di Milano: Celesti magnetici (al cielo di Milano); per la XIV Quadriennale di Roma nella Galleria Nazionale d’Arte ModernaSolare irradiante; per la mostra 56° Premio Michetti. In & out. Opera e ambiente nella dimensione glocal al Museo Michetti di Francavilla al Mare: Celeste adriatico.

Nel 2011 il suo dipinto Mistero e poesia di un muro del 1977 è nella mostra storica del Premio Lubiam a Palazzo Te a Mantova, mentre con Adriatico irradiante è a Bari in Santa Scolastica per la sezione Puglia-Bari del Padiglione Italia alla 54. Esposizione Internazionale di Venezia. Nello stesso anno espone a Pechino nella mostra I Maestri di Brera e a Bruxelles nella mostra Maestri di Brera per l’Unità d’Italia. 60 bandiere.

Nel 2014, con l’opera Virtuale del 1992, appartenente alla collezione di Intesa Sanpaolo, è nella mostra Il colore come forma plastica. Percorso attraverso una forma di astrazione, a cura di Francesco Tedeschi, presso le Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari a Vicenza.

Nel 2015 Intesa Sanpaolo, nell’ambito del Progetto Cultura, promuove l’edizione con Marsilio del libro Ignazio Gadaleta. Scritti di Enrico Crispolti, a cura di Francesca Pola, presentato a Milano presso Gallerie d’Italia – Piazza Scala.

Nel 2016, invitato da Alberto Zanchetta, realizza Lissone (punti-pittura radianti per disegni segreti) una grande opera ambiente a carattere permanente su una delle pareti della libreria del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, in occasione della sua mostra personale punti-pittura + radianti, a cura di Francesco Tedeschi e dello stesso Zanchetta. Nello stesso anno cura il libro Dialoghi di colore, pubblicato da Gangemi Editore, documentando gli omonimi incontri curati negli anni precedenti nella Sala Napoleonica del Palazzo di Brera a Milano.

Il suo libro Punti e filamenti di colore nella pitttura italiana dal Divisionismo a oggi, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Brera, edito da Silvana Editoriale nel 2018, è presentato a Milano nella Sala della Passione della Pinacoteca di Brera.

Nel 2019 avvia la Nuova Scuola di Colorito di Brera nella Pinacoteca di Brera, dove presenta anche (insieme a James M. Bradburne e Andrea Carini) il suo libro Brera all’altezza dei nostri sguardi edito da Marsilio.

Dal 2020, a partire dallo «stato di eccezione» determinato dall’emergenza pandemica da Covid-19, sperimenta migliori pratiche di didattica a distanza nell’insegnamento della Pittura, teorizzando l’Atelier diffuso.

Ancora nel 2020, con l’intervento Nuova Scuola di colorito di Brera. Dall’arte alla didattica, dalla didattica all’arte nuova, partecipa al convegno internazionale Amazing experiences of cultural heritage: percorsi evocativi e immersivi dal museo al paesaggio, DAMS Università di Bologna, in collaborazione con Pinacoteca di Brera, Equipe d’Histoire Culturelle et Sociale de l’Art (Hicsa) dell’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne • programma Atlas Museo dell’Universidad Complutense de Madrid Museo Nacional del Prado. Nel 2021 lo stesso intervento è pubblicato in Atmosfere. Esperienze immersive nell’arte e al museo, a cura di Javier Arnaldo, Sandra Costa, Dominique Poulot, Anna Rosellini, edito da Bononia University Press.

Ignazio Gadaleta, già professore di prima fascia dell’AFAM Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, dopo aver insegnato anche nelle Accademie di Belle Arti di Roma e Bologna, è stato docente titolare di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera in Milano (dal 1 novembre 2003 fino al 31 ottobre 2022), dove ha anche insegnato Cromatologia e Linguaggi artistici e contesti ambientali ed è stato pure Vice Direttore.

Vive ed opera a Milano.