Opere⤵︎   Ambienti⤵︎   Sette punti celesti, 2015

COMMITTENZA

Maria Fratelli, prima dell’estate (del 2015), nel corso di una visita al mio studio, mi invita a realizzare un’opera che possa funzionare da avatar rispetto a un dipinto di Giorgio Morandi, della collezione di Casa-Museo Boschi Di Stefano, che è in procinto di andare in Giappone, in prestito per una mostra.

Il sogno-progetto di Maria è di aprire ad una prospettiva di incremento attualizzante della collezione, in continuità amplificante con le logiche di scelta attuate in vita dai coniugi Boschi Di Stefano.   

Con entusiasmo accetto la proposta assumendo la grande e difficile responsabilità affidata, comprese le dure condizioni: zero disponibilità di spesa e donazione dell’opera al Comune di Milano con destinazione alla medesima Casa-Museo Boschi Di Stefano.

 

RICOGNIZIONE

Trascorro molte giornate nel museo di via Jan a guardare, riguardare e misurare, soprattutto una parete limitata che accoglie sette dipinti di Morandi.

Mi attrae il colore della parete che non è bianca ma di un grigio neutro molto chiaro che caratterizza particolarmente la temperatura cromatica ambientale. Adottando le disponibilità tecnologiche del Natural Color System rilevo quel valore cromatico esattamente identificabile e notabile. Così come già percepito visivamente, si tratta di un colore avente nerezza di circa il 7% e cromaticità pari a zero, ovvero assolutamente neutro.

La pittura di Morandi quasi non ho più bisogno di vederla: è già nei miei occhi da almeno quattro decenni, oggetto di intense attenzioni giovanili. Ascendenze morandiane, per impasti e attenzioni tonali, per incanti e concentrazioni ultratemporali, sono rintracciabili con evidenza nel corso della mia formazione e anche nelle mie opere post-concettuali almeno fino al 1982.

Fiori, dipinto nel 1952 dal pittore bolognese, ha dimensioni di cm 40,5 x 35,5 e con la cornice misura cm 55,3 x 50,2 x 4. La delocazione di questo quadro libera lo spazio che oggi accoglie temporaneamente la mia opera.

 

PROGETTO

L’intento di questa occasione di lavoro è quello di leggere le dimensioni tonali proprie dello spazio-colore morandiano e le suggestioni di alcune ebbrezze percettive di natura prospettica del periodo metafisico, in rapporto dialettico ambientale con la pura visibilità del luogo (e in atteggiamento di silenzioso mimetismo, di dizione sussurrata).

 

OPERA

I tempi lunghi del processo del farsi dell’opera integrano tutti i momenti operativi, strettamente connessi, nella concretizzazione di urgenze ideali, attraverso la dimensione materiale da consegnare agli sguardi come interfaccia interattiva amplificante pensieri.

L’opera è un dipinto ad olio e acrilico fluorescente su tavola che si sorregge alla parete mediante due barre retro-distanziali in alluminio, staccata dalla stessa tanto da sembrare fluttuare. Le dimensioni hanno relazione con l’ingombro dell’opera di Morandi, cornice compresa; sono appena aumentate per nascondere il gancio che sorreggeva il quadro del Maestro e il foro sottostante funzionale al bloccaggio della cornice alla parete.

Sulla tavola sette elementi semisferici (tanti quante sono le lettere che compongono il nome Giorgio e anche il cognome Morandi), come punti-pittura, si dispongono (tutti tranne uno) entro una forma rettangolare esattamente corrispondente all’area del dipinto in “sostituzione” temporanea. Questi, realmente immobili, attraverso meccanismi di percezione indotta, sembrano percorrere virtualmente reali traiettorie costruite per ribaltamenti multipli entro (e fuori) il fantasma del riquadro della tela in ricordo.

Il dipinto ha un valore cromatico di fondo esattamente corrispondente a quello rilevato sulla parete del museo per con-fondersi fin quasi ad essere poco avvertito.

La tavola è retro-dipinta in modo da produrre accesi riverberi rosa che si sviluppano non uniformemente sulla parete intorno al dipinto, con intensificazioni che connettono diagonalmente l’angolo in basso a sinistra e quello in alto a destra, suggerendo un moto ascensionale. Un’irrequietezza minima prodotta dalla leggera irregolarità quadrandolare complessiva, caratterizzata dai due angoli appena acuti in alto, dall’inevitabile ottuso in basso a destra e l’arrotondamento del restante unico angolo retto.

I rilievi semisferici hanno il fronte colorato di un celeste della stessa chiarezza del grigio (del fondo della tavola e della stessa parete) dal quale si evidenziano per semplice differenza di lieve saturazione. Allo stesso modo la parte convessa di dette semisfere è dipinta di un rosa della medesima chiarezza del celeste e del grigio, ulteriormente differenziandosi percettivamente per analogo grado di saturazione in altro piano di tinta. Un rosa che sussurra un bagliore esterno ad ognuno di questi elementi plastici, appena percepibile ma capace di animare sottilissime dialettiche di sensazioni di caldo e freddo. Le dense pennellate materiche marezzano le superfici animando il ritmo dell’emozione, sempre controllata con vigile sorveglianza, nello stupore incessante, oltre ogni limite fisico del dispositivo.

 

PENSIERI

Il titolo, apparentemente meramente tautologico per il riferimento alle sette semisfere dipinte di celeste sul fronte, in realtà è denso di possibilità di evocazioni per la possibilità di ognuna di queste tre parole di agire come link ipertestuali.

Il sette, oltre le dirette ricorrenze numeriche già indicate, fin dai mondi antichi, è numero carico di simbologie sacre e magiche.[1]

Il punto figura una misura minima come frazione o unità elementare (di tempo, di spazio, o altro), il suo farsi mette in chiaro con esattezza, si costituisce come interpunzione, momento e luogo di arrivo e anche di partenza.

Il celeste esprime qualità cromatica e per associazione visiva è aggettivo che si riferisce al cielo sereno, all’elevazione, allo spirituale e alla rarefazione del mondo delle idee.

Sette punti celesti è il titolo dell’opera che aspira a complessità di silenzi in rapporto con intime sonorità, suggestioni, contemplazioni, ineffabili metafore d’assoluto.

 

[1] Sette giorni della settimana, sette meraviglie del mondo, sette colli di Roma, sette note musicali, sette colori dell’arcobaleno, sette sacramenti, sette virtù, sette peccati capitali, sette cieli, sette mari, sette sapienti ecc.